Agghiaccianti sono le storie
che sempre più spesso negli ultimi anni apprendiamo grazie ai media, attraverso
cronache di giornale o programmi televisivi di informazione. La realtà
presentataci dalla cronaca attuale è dominata da un diffuso disinteresse e una
spaventosa impassibilità nei confronti non solo di avvenimenti che hanno luogo
in posti o continenti lontani, ma addirittura di tragedie che si consumano di
fronte agli occhi apatici e insensibili di uno o più individui. È questo il
caso di un uomo coreano, Ki-Suck Han, morto alla presenza di una folla
impassibile e di un reporter che, anziché prestare soccorso immediato all’uomo
che stava per essere investito da un treno, ha scattato ben 59 foto durante
l’accaduto. La critica generale sull’avvenimento è stata immediata e si è
basata anche sullo scandaloso e terrificante articolo del giornale dove il
reporter in questione, Umar Abassi lavora, il New York Post. Il raccapricciante
titolo scritto a caratteri cubitali, DOOMED “condannato”, seguito dall’agghiacciante
foto del pover’uomo coreano e del treno che sta per investirlo, ha scosso, ho
meglio scandalizzato tutti. Le inutili, nonché infondate giustificazioni del
reporter, usate per discolparsi e non farsi carico delle critiche morali
mossegli, non fanno che gettare nel baratro della vergogna il giornalista,come
peraltro il gruppo di persone che ha assistito apaticamente al compiersi di
questo terribile dramma. Analoga è la storia di un bambino di cinque anni
investito da un autobus. Siamo in Cina, e il bambino, dopo essere stato
investito, è lasciato dove si trova dai passanti e dalle automobili circolanti,
che con una spietata indifferenza fingono, o semplicemente evitano di vedere il
terribile scenario che si apre ai loro ciechi occhi. La madre, sconvolta, è
costretta ad assistere alla morte del figlio, poche ore dopo in ospedale, a
causa dell’inerzia generale e del mancato aiuto da parte dei presenti
all’accaduto. Questi sono due dei moltissimi esempi di un indescrivibile e
smisurato degrado morale proprio di una collettività in costante aumento. La
passiva staticità di persone che, anziché intervenire per sventare un’imminente
tragedia cui sono presenti, restano a guardare e in molti casi a riprendere la
“scena” con un telefonino, è davvero sconvolgente. È inammissibile questa
situazione, che ha per protagonisti il distacco, il disinteresse a livello
umano e la perdita dei valori che dovrebbero essere propri di ciascun essere
umano senza alcuna distinzione. Ricordiamoci che, pur vivendo in un periodo
storico caratterizzato da una crisi generale che ingloba quasi ogni ambito
della società, parliamo sempre, e sempre più spesso, di innovazioni
tecnologiche e di sviluppo. Ma può davvero esserci lo sviluppo se l’umanità e
l’etica morale di più individui è in crescente e ormai rapida regressione?
Ragazze attente agli abiti troppo succinti!? a cura di Ilaria Colangelo
Abiti troppo succinti in luogo aperto al
pubblico? Chi li indossa commette reato, è, come ha stabilito la terza sezione
penale della Cassazione, confermando la condanna inflitta a una straniera a
pagare una multa di 600 euro. La donna era stata sorpresa da un poliziotto
"abbigliata in modo da far vedere le parti intime del corpo, in
particolare il seno e il fondoschiena". A stabilire la pena è stato il giudice di pace di Bologna.
"La tipicità del reato in
contestazione - commentano gli ermellini nella sentenza - consiste nel porre in
essere atti contrari alla pubblica decenza", cioè "quegli atti che,
in se stessi o a causa delle circostanze, rivestono un significato contrario alla
pubblica decenza, assunti in luogo pubblico o aperto o esposto al
pubblico".
Poiché sussista il reato, inoltre,
"non rileva che detti atti siano percepiti da terzi essendo sufficiente la
mera possibilità della percezione di essi, in quanto l'articolo 726 cp tutela i
criteri di convivenza e decoro che, se non osservati e rispettati, provocano
disgusto e disapprovazione".
E' quindi giusto, secondo la Cassazione,
punire questo atto "vista la gravità della condotta, l'insensibilità della
prevenuta all'offesa arrecata alla collettività, comprovante il completo
disinteresse" della donna "alle interferenze negative che il suo
comportamento avrebbe potuto determinare al comune vivere civile", tenuto
anche conto dei "precedenti penali" dell'imputata.
La
sentenza si commenta da sola, in Italia siamo rimasti al medioevo e
all'inquisizione, se c'è una cosa che ci unisce e accomuna è il nostro corpo, è
la cosa più naturale del mondo e, da noi in Italia, mostrarlo è considerato contrario alla
pubblica decenza. E' incredibile che ciò possa essere avvenuto. La cosa che mi consola è sapere che siamo
gli unici al MONDO a pensarla così, Spagna, Francia e paesi scandinavi sotto
questo aspetto sono avanti anni luce
Se si pensa che l'Italia fa leggi
per punire le "scostumate", ma non fa leggi per punire l'uso eccessivo
e strumentale del corpo femminile nelle pubblicità di tutti i mass media e, specialmente in tv, è tutto dire. Nessun articolo, commento, reportage, trasmissione, hanno affrontato/affrontano seriamente il problema, nemmeno tra le notizie, degne di tale nome, è apparsa, anche e solo per condannare il
fenomeno dello sfruttamento della tratta delle donne(come immagine pubblicitaria della donna come "corpo"), e nemmeno si è andato a fondo su questa sentenza, alquanto discriminatoria.
Come a dire che il corpo femminile può essere sfruttato a fini commerciali o venduto ma non può essere gestito dalle donne stesse e ciò dimostra quanto la situazione "culturale" in Italia verso le donne sia ancora alquanto regressiva e antiquata nella versione.
Fa allora clamore il prete che parla di "femminicidio". E' forse questa sentenza che gli ha consentito il diritto di esprimersi nella "giusta punizione" della donna che "sollecita sessualmente" con i suoi abiti ed i suoi atteggiamenti?
Sarà derivata dalla sentenza non si sa! Ma fatto è che un giudice ha punito una donna, che portava un abito-secondo moda- comprato in qualche negozio e che, per sua sfortuna, indossato mostrava parti del proprio corpo. ......................Forse andava punito lo stilista!