Giornale online Liceo Classico "Vitruvio" - Formia - Italy | Dirigente Scolastico Prof. Pasquale Gionta | Redazione: Ciaramaglia Antonio - D'Urso Giovanni - Raduazzo Greta - Vignoli Giancarlo - Mirra Alessia - Jola Turmentaj - Beatrice Saraniero - Colangelo Ilaria - Navas Giorgia | vignettista: Narducci Costante

sabato 23 marzo 2013

Le banche d'affari e il potere: Obtorto collo

Le banche d'affari e il potere: Obtorto collo    a cura di natale capodiferro

Malvolentieri si apprende che sarebbero alcuni politici italiani(nella fattispecie il Movimento 5 Stelle) a volere l’uscita dall’Euro,  quando ne hanno invece chiesto chiesto il solo referendum esplorativo e, a nulla è servito declinare l’invito a non considerasi  anti euro da parte di tutte le forze politiche. Semmai quello che sconcerta, noi italiani, è che non siamo gli unici a chiedere la  ridefinizione dei trattati, le relazioni economico-sociali che dovrebbero legare le singole Nazioni nella comunità europea. Forse allo stato attuale più che di politica in senso stretto, sarebbe più giusto, ad una analisi più integrata, parlare di politica economico-finanziara, si badi bene in quanto intesa come  l’ ECONOMIA derivante dalla FINANZA, dell’Area Euro, poiché nulla a che vedere con l’integrazione politica europea. Se pensiamo che non c’è nell’EU, un parlamento politico che possa indirizzare scelte che non siano dell’apparato della BCE, e che altri componenti politiche italiane-  hanno e stanno affermando che l’Italia DEVE intervenire per cambiare le regole-,  e che le maglie stiano divenendo sempre più strette per l’Italia per districarsi tra debito pubblico e recessione/crescita, dobbiamo allora pensare  che l’UE, quello che la stragrande maggioranza delle persone pensa, è solo finanza, indotta diremo, visto l’esempio di Cipro oggi e la Grecia e l’Italia ieri .
Che la Goldman Sachs si sia potuta esprimere -per ben due volte- in parere su una “figura” politica di uno Stato Sovrano  è di tutta evidenza l’ingerenza, così come lo sono  l’interferenza delle Banche ed Istituti Finanziari che entrano, ma lo sono già e a chiare mani,  nei poteri di quasi tutti gli Stati Europei e non. E  questo Noi non lo desideriamo perché non vogliamo essere governati dalle Banche.
Vogliamo, invece, che siano al servizio dei cittadini e delle imprese e non li imbottiscano di titoli senza valore, anzi, come successo, che li indebitino ancor di più. Vogliamo che l’Europa sia la corrispondenza logica di una politica-sociale delle nazioni che vi partecipano e non la lotta finanziaria  di multinazionali finanziarie, di Banche d’affari e Banche Nazionali, conseguentemente e coerentemente con l’ipotesi originaria dei padri fondatori. Desidereremmo che le Nazioni principali (Germania e Francia in testa) e la Troika (BCE/FMI/UE a cui si aggiunge anche la FRS –Federal Reserve System degli USA )che oggi impongono  a Cipro, Grecia, Italia, Portogallo, Spagna, Irlanda, etc. di prelevare i soldi dai conti correnti dei cittadini o inducono pesantissime e gravose tassazioni attraverso presunte riforme, intervengano per risanare la situazione economica  aiutando e costruendo un futuro (lavoro)europeo, poiché è loro interesse, e non perché- e questa è la vera ragione, per recuperare il denaro - che con lo spread così alto ormai non ha più valore redditizio-  che le  loro Banche hanno “speso”comprando i titoli nazionali di quegli Stati.
E che addirittura possano esprimere opinioni sui governi ed indicarne “positività”(Governo Monti) o negatività( Movimento 5 Stelle) è la chiara indicazione che oggi la politica la indica il potere finanziario e che il cittadino ha perso ogni riconoscibilità.
Con disappunto è facile oltremodo notare che proprio le banche sono state aiutate, con ingenti finanziamenti ad irrisori tassi di interesse dalla BCE, non i cittadini, e per cosa? Si indovini? Per comprare i titoli di stato delle sovranità più a rischio, compresa l’Italia, e far abbassare lo spread. Si lo spread!
Dunque, non per creare posti di lavoro, non per dare ossigeno e fondi  alle imprese e magari eliminare il cuneo fiscale e l’Irap in Italia -gravosissimi, non per creare “comunità” ma solo e semplicemente per far rientrare gli investimenti dei “Titoli di Stato” acquisiti dalle Banche Nazionali, che ormai non rendono più.
E’ questa l’Europa auspicata dalle banche? Non una traccia di creazione di lavoro “comunitario”(ogni nazione-vedi la Germania-Francia che si strutturano secondo una propria identità imponendo un proprio modello), non un trattato a protezione degli stati più a rischio(Debito Pubblico), per riqualificarne le tradizioni, la cultura e le imprenditorialità, non un cenno sull’interdipendenza economica degli Stati e di misure atte a sviluppare una politica di non recessione.
E come se non bastasse, ogni paese dell’UE sta perdendo anche la dignità delle proprie autoctone produzioni, che si sono arricchite, in millenni, faticosamente, perché infangate da una generalizzazione(qualitativa) che non ha fine, per il latte, la cioccolata, la pasta, i salumi, vino, etc. tutto, ormai, si è “voluto”standardizzato. Non possiamo produrre più latte, pescare tonno, coltivare aranci(domandate in giro quale sia l’effettiva quantità lasciata a perdere perché non vendibile oltre una certa quantità prodotta).
Perciò la Goldman Sachs stia tranquilla. Gli Italiani sono Europei e si riconoscono nell’Europa e nella UE e rispettano  il governo di  Strasburgo. Ma vorrebbero che la politica  parlasse più degli Stati e delle loro problematiche che delle Banche e dei loro interessi.  

venerdì 22 marzo 2013

Lasciare spazio alla propria creatività


Lasciare spazio alla propria creatività  a cura di Saraniero Beatrice
Lasciare spazio alla propria creatività. Così voglio iniziare il mio articolo. La creatività. Una delle doti più belle e importanti che la natura ci abbia donato. Ma se non la si sfrutta può diventare un vero e proprio problema. Avere un pensiero creativo, nuovo, fuori dal comune, DIVERSO, vuol dire entrare a far parte di una società nuova, creandola non solo per noi stessi, ma anche per la stessa società.
Siamo portati a vedere la creatività come un modo di pensare “differente” che rompe con i modelli esistenti creando, introducendo qualcosa di nuovo. E’ proprio così. E’ talmente raro ormai riuscire a pensare diversamente, guardare le cose sotto più punti di vista, aprire la mente a nuove cose che è difficile trovare qualcuno che ce l’abbia. Persino a scuola, dove la cosa fondamentale che si dovrebbe fare è imparare a ragionare, imparare ad avere un proprio pensiero, ci porta fuori strada, facendo solo il contrario.
Ognuno di noi ha un carattere ma nessuno ha più una personalità. Bisognerebbe imparare a trovare più soluzioni ad un  problema, provare a capire il perché delle cose, non  solo quando ci si pone davanti ci si pone davanti come oggi succede,  incominciare a farci delle domande e a trovare le risposte senza l’aiuto di nessuno.
Questo è quello che molti chiamano “il pensiero divergente”, quello che deve andare “oltre”.
A scuola, come nella vita d’altronde esiste il modo  “giusto” e quello “sbagliato”. Non ci sono vie di mezzo. Tutto ciò ci rende schiavi, schiavi del pensiero fisso di sbagliare, tendendo a limitare le nostre scelte, ad eliminare le varie soluzioni e opportunità che la nostra mente “sforna” ogni giorno, danneggiandola e danneggiando noi stessi. Ma la creatività, il pensiero, l’immaginazione sono cose imperdibili e non possiamo pretendere di tirarle fuori solo in alcune circostanze o quando ci sembra giusto. Anche se un pensiero può sembrarci sciocco, insignificante, ragionandoci potrebbe avere qualcosa di giusto da rivelare.

mercoledì 20 marzo 2013

Inclusioni nei diamanti: messaggeri della Terra profonda

Inclusioni nei diamanti: messaggeri della Terra profonda  a cura di Giancarlo Vignoli


Il 19 marzo 2013, le classi IIIB, IIIC e IIID del Liceo Vitruvio si sono recate presso il "Real Museo Mineralogico" dell'Università "Federico II" di Napoli per assistere ad una conferenza dal titolo “Inclusioni nei diamanti: messaggeri della Terra profonda”, tenuta dal professor Fabrizio Nestola, membro del Dipartimento di Geoscienze dell'Università degli Studi di Padova.
Tale divisione si occupa di fisica dei minerali, osserva come si comportano i composti chimici in condizioni di temperatura e pressione estreme, nel tentativo di ricreare in laboratorio l’ambiente interno di un corpo planetario, con temperature altrimenti impossibile da raggiungere.
Ciò rappresenta un’ipotetica <<finestra>> verso il centro della Terra, nel tentativo di capire come si spostano gli atomi e che rapporti hanno tra loro.
In particolare, lo studio dei minerali ritrovati all’interno dei diamanti naturali, permetterà di comprendere i processi geologici che avvengono a profondità superiori ai 1000 km, per mezzo dei quali, ad esempio, si tenta di comprendere anche come e perché avvengono i terremoti profondi, oltre ad introdurre significative novità nel campo dello studio della struttura terrestre, della gemmologia e della stessa mineralogia.

lunedì 4 marzo 2013

Le dimissioni del Papa

Le dimissioni del Papa   a cura di Alessia Mirra


Il nuovo anno ci ha fatto assistere ad una scelta inusuale per la storia della Chiesa moderna, ovvero le dimissioni di Papa Benedetto XVI.
E’ stato sicuramente un atto di coraggio e grande umiltà da parte del Pontefice, in quanto, così facendo, ha rinunciato alla sua autorità e al suo prestigio. Ma è stata anche una scelta molto sofferta, perché, come da lui stesso affermato in un’intervista rilasciata a Bruno Vespa qualche tempo fa, egli non avrebbe mai rinunciato al mandato di Vescovo di Roma, perché solo lo Spirito Santo può farlo.
Le motivazioni che hanno portato il Papa ad “abdicare”, come esso stesso ha dichiarato, sono da ricondurre all’età avanzata, alla mancanza di forze, condizioni queste che impedirebbero una buona conduzione della Chiesa, ragion per cui, un Papa più giovane e con migliori condizioni di salute, sarebbe preferibile per un auspicabile rinnovamento della Chiesa.
L’opinione che aleggia tra la gente è che il Papa emerito, Ratzinger, si sia ritirato anche per una sofferenza del “cuore”, afflitto dai mali e dalla corruzione interni alla Chiesa.
Per ora, però, si può solo sperare che le aspettative di tutti, Ratzinger compreso, non vengano deluse e che la Chiesa possa vivere una nuova stagione, recuperando credibilità.