domenica 31 marzo 2013
domenica 24 marzo 2013
sabato 23 marzo 2013
Le banche d'affari e il potere: Obtorto collo
Le banche d'affari e il potere: Obtorto
collo a cura di natale capodiferro
Malvolentieri si apprende che sarebbero alcuni politici italiani(nella fattispecie il Movimento 5 Stelle) a volere
l’uscita dall’Euro, quando ne hanno invece chiesto chiesto il solo referendum esplorativo e, a nulla è servito declinare l’invito a non considerasi anti euro da parte di tutte le forze politiche. Semmai quello che sconcerta, noi italiani, è che non siamo gli unici a chiedere la ridefinizione dei trattati, le relazioni economico-sociali
che dovrebbero legare le singole Nazioni nella comunità europea. Forse allo stato attuale più che di politica in senso stretto, sarebbe più giusto, ad una analisi più integrata, parlare di politica
economico-finanziara, si badi bene in quanto intesa come l’ ECONOMIA derivante dalla FINANZA,
dell’Area Euro, poiché nulla a che vedere con l’integrazione politica europea.
Se pensiamo che non c’è nell’EU, un parlamento politico che possa indirizzare
scelte che non siano dell’apparato della BCE, e che altri componenti politiche italiane- hanno e stanno affermando che l’Italia DEVE
intervenire per cambiare le regole-, e
che le maglie stiano divenendo sempre più strette per l’Italia per districarsi
tra debito pubblico e recessione/crescita, dobbiamo allora pensare che l’UE, quello che la stragrande
maggioranza delle persone pensa, è solo finanza, indotta diremo, visto
l’esempio di Cipro oggi e la Grecia e l’Italia ieri .
Che la Goldman Sachs si sia potuta esprimere -per ben due volte- in
parere su una “figura” politica di uno Stato Sovrano è di tutta evidenza l’ingerenza, così come lo
sono l’interferenza delle Banche ed
Istituti Finanziari che entrano, ma lo sono già e a chiare mani, nei poteri di quasi tutti gli Stati Europei e
non. E questo Noi non lo desideriamo perché non vogliamo essere governati dalle
Banche.
Vogliamo, invece, che siano al servizio dei cittadini e delle imprese
e non li imbottiscano di titoli senza valore, anzi, come successo, che li
indebitino ancor di più. Vogliamo che l’Europa sia la corrispondenza logica di
una politica-sociale delle nazioni che vi partecipano e non la lotta
finanziaria di multinazionali finanziarie,
di Banche d’affari e Banche Nazionali, conseguentemente e coerentemente con
l’ipotesi originaria dei padri fondatori. Desidereremmo che le Nazioni principali (Germania e Francia in testa) e la Troika
(BCE/FMI/UE a cui si aggiunge anche la FRS –Federal Reserve System degli USA )che
oggi impongono a Cipro, Grecia, Italia, Portogallo, Spagna, Irlanda, etc. di
prelevare i soldi dai conti correnti dei cittadini o inducono pesantissime e
gravose tassazioni attraverso presunte riforme, intervengano per risanare la
situazione economica aiutando e
costruendo un futuro (lavoro)europeo, poiché è loro interesse, e non perché- e
questa è la vera ragione, per recuperare il denaro - che con lo spread così
alto ormai non ha più valore redditizio- che le
loro Banche hanno “speso”comprando i titoli nazionali di quegli Stati.
E che addirittura possano esprimere opinioni sui governi ed indicarne
“positività”(Governo Monti) o negatività( Movimento 5 Stelle) è la chiara indicazione che
oggi la politica la indica il potere finanziario e che il cittadino ha perso ogni riconoscibilità.
Con disappunto è facile oltremodo notare che proprio le banche sono state aiutate, con
ingenti finanziamenti ad irrisori tassi di interesse dalla BCE, non i
cittadini, e per cosa? Si indovini? Per comprare i titoli di stato delle
sovranità più a rischio, compresa l’Italia, e far abbassare lo spread. Si lo
spread!
Dunque, non per creare posti di lavoro, non per dare ossigeno e fondi alle imprese e magari eliminare il cuneo
fiscale e l’Irap in Italia -gravosissimi, non per creare “comunità” ma solo e
semplicemente per far rientrare gli investimenti dei “Titoli di Stato”
acquisiti dalle Banche Nazionali, che ormai non rendono più.
E’ questa l’Europa auspicata dalle banche? Non una traccia di creazione di
lavoro “comunitario”(ogni nazione-vedi la Germania-Francia che si strutturano
secondo una propria identità imponendo un proprio modello), non un trattato a
protezione degli stati più a rischio(Debito Pubblico), per riqualificarne le
tradizioni, la cultura e le imprenditorialità, non un cenno
sull’interdipendenza economica degli Stati e di misure atte a sviluppare una
politica di non recessione.
E come se non bastasse, ogni paese dell’UE sta perdendo anche la
dignità delle proprie autoctone produzioni, che si sono arricchite, in
millenni, faticosamente, perché infangate da una generalizzazione(qualitativa)
che non ha fine, per il latte, la cioccolata, la pasta, i salumi, vino, etc. tutto,
ormai, si è “voluto”standardizzato. Non possiamo produrre più latte, pescare
tonno, coltivare aranci(domandate in giro quale sia l’effettiva quantità
lasciata a perdere perché non vendibile oltre una certa quantità prodotta).
Perciò la Goldman Sachs stia tranquilla. Gli Italiani sono Europei e si riconoscono nell’Europa e nella UE e rispettano il governo di
Strasburgo. Ma vorrebbero che la politica
parlasse più degli Stati e delle loro problematiche che delle Banche e
dei loro interessi.
venerdì 22 marzo 2013
Lasciare spazio alla propria creatività
Lasciare spazio alla propria creatività a cura di Saraniero Beatrice
Lasciare spazio alla propria
creatività. Così voglio iniziare il mio articolo. La creatività. Una delle doti
più belle e importanti che la natura ci abbia donato. Ma se non la si sfrutta
può diventare un vero e proprio problema. Avere un pensiero creativo, nuovo, fuori dal comune, DIVERSO, vuol dire entrare
a far parte di una società nuova, creandola non solo per noi stessi, ma anche
per la stessa società.
Siamo portati a vedere la
creatività come un modo di pensare “differente” che rompe con i modelli
esistenti creando, introducendo qualcosa di nuovo. E’ proprio così. E’ talmente
raro ormai riuscire a pensare diversamente, guardare le cose sotto più punti di
vista, aprire la mente a nuove cose che è difficile trovare qualcuno che ce
l’abbia. Persino a scuola, dove la cosa fondamentale che si dovrebbe fare è
imparare a ragionare, imparare ad avere un proprio pensiero, ci porta fuori
strada, facendo solo il contrario.
Ognuno di noi ha un carattere ma
nessuno ha più una personalità. Bisognerebbe imparare a trovare più soluzioni
ad un problema, provare a capire il
perché delle cose, non solo quando ci si
pone davanti ci si pone davanti come oggi succede, incominciare a farci delle domande e a trovare
le risposte senza l’aiuto di nessuno.
Questo è quello che molti
chiamano “il pensiero divergente”, quello che deve andare “oltre”.
A scuola, come nella vita
d’altronde esiste il modo “giusto” e quello “sbagliato”. Non ci sono vie di mezzo. Tutto
ciò ci rende schiavi, schiavi del pensiero fisso di sbagliare, tendendo a limitare
le nostre scelte, ad eliminare le varie soluzioni e opportunità che la nostra
mente “sforna” ogni giorno, danneggiandola e danneggiando noi stessi. Ma la
creatività, il pensiero, l’immaginazione sono cose imperdibili e non possiamo
pretendere di tirarle fuori solo in alcune circostanze o quando ci sembra
giusto. Anche se un pensiero può sembrarci sciocco, insignificante,
ragionandoci potrebbe avere qualcosa di giusto da rivelare.
mercoledì 20 marzo 2013
Inclusioni nei diamanti: messaggeri della Terra profonda
Inclusioni nei diamanti: messaggeri della Terra profonda a cura di Giancarlo Vignoli
Il 19 marzo 2013, le classi IIIB, IIIC e IIID
del Liceo Vitruvio si sono recate presso il "Real Museo Mineralogico"
dell'Università "Federico II" di Napoli per assistere ad una
conferenza dal titolo “Inclusioni nei diamanti: messaggeri della Terra profonda”,
tenuta dal professor Fabrizio Nestola, membro del Dipartimento di Geoscienze
dell'Università degli Studi di Padova.
Tale divisione si occupa di fisica dei
minerali, osserva come si comportano i composti chimici in condizioni di
temperatura e pressione estreme, nel tentativo di ricreare in laboratorio
l’ambiente interno di un corpo planetario, con temperature altrimenti
impossibile da raggiungere.
Ciò rappresenta un’ipotetica
<<finestra>> verso il centro della Terra, nel tentativo di capire
come si spostano gli atomi e che rapporti hanno tra loro.
In particolare, lo studio dei minerali
ritrovati all’interno dei diamanti naturali, permetterà di comprendere i
processi geologici che avvengono a profondità superiori ai 1000 km, per mezzo
dei quali, ad esempio, si tenta di comprendere anche come e perché avvengono i
terremoti profondi, oltre ad introdurre significative novità nel campo dello
studio della struttura terrestre, della gemmologia e della stessa mineralogia.
lunedì 4 marzo 2013
Le dimissioni del Papa
Le dimissioni del Papa a cura di Alessia Mirra
Il
nuovo anno ci ha fatto assistere ad una scelta inusuale per la storia della
Chiesa moderna, ovvero le dimissioni di Papa Benedetto XVI.
E’
stato sicuramente un atto di coraggio e grande umiltà da parte del Pontefice,
in quanto, così facendo, ha rinunciato alla sua autorità e al suo prestigio. Ma
è stata anche una scelta molto sofferta, perché, come da lui stesso affermato
in un’intervista rilasciata a Bruno Vespa qualche tempo fa, egli non avrebbe
mai rinunciato al mandato di Vescovo di Roma, perché solo lo Spirito Santo può
farlo.
Le
motivazioni che hanno portato il Papa ad “abdicare”, come esso stesso ha
dichiarato, sono da ricondurre all’età avanzata, alla mancanza di forze,
condizioni queste che impedirebbero una buona conduzione della Chiesa, ragion
per cui, un Papa più giovane e con migliori condizioni di salute, sarebbe
preferibile per un auspicabile rinnovamento della Chiesa.
L’opinione
che aleggia tra la gente è che il Papa emerito, Ratzinger, si sia ritirato
anche per una sofferenza del “cuore”, afflitto dai mali e dalla corruzione
interni alla Chiesa.
Per
ora, però, si può solo sperare che le aspettative di tutti, Ratzinger compreso,
non vengano deluse e che la Chiesa possa vivere una nuova stagione, recuperando
credibilità.
Iscriviti a:
Post (Atom)