Il Prof. Angelo Liele in visita all'Istituto a cura di Antonio Ciaramaglia
Il giorno 6 ottobre 2012 il nostro Liceo ha avuto l’onore di
ospitare un suo ex allievo di grande
prestigio, il Prof. Angelo Miele.
Pluripremiato ingegnere aerospaziale, nel 1947 Miele ha lasciato
amicizie ed affetti recandosi a lavorare all’estero, prima in Argentina e poi
negli U.S.A., dove ha contribuito alla ricerca scientifica legata ad «Apollo»,
il famoso programma spaziale che ha portato l’uomo sulla Luna.
Oggi il professore ha 90 anni, ma nonostante ciò è ancora in piena
attività: insegna infatti presso la Rice University di Houston, in Texas, e si
sta tuttora occupando delle ricerche riguardanti l’esplorazione di Marte, noto
anche come «il pianeta rosso».
Durante la conferenza tenutasi nell’Aula magna, alla quale hanno
partecipato tutti gli alunni delle classi terze, Miele ha così esordito, con la
voce rotta dall’emozione: “Io ho studiato qui”; quindi, partendo dagli anni
della sua giovinezza, ha illustrato dettagliatamente il suo lungo percorso
lavorativo, i suoi studi, le sue scoperte scientifiche. In seguito alla valanga
di ricordi e di avvenimenti raccontati dal professore, alcuni allievi hanno
avanzato delle domande riferite alle sue esperienze di vita, chiedendo inoltre
la sua opinione circa il panorama lavorativo del nostro Paese.
Infine, a conclusione del suo lungo discorso, Miele ha riassunto
in poche ma significative parole un importante messaggio di vita: “Giocatevi bene
le vostre carte, studiate bene le basi delle discipline e datevi da fare, se
non qui, all’estero, dove anch’io sono stato costretto ad andare”.
I
membri della Compagnia Teatrale Imprevisti e Probabilità si sono esibiti al
Teatro Remigio Paone di Formia nello spettacolo teatrale “Reato
d’opinione”. Allo spettacolo hanno assistito alcune classi del Liceo Classico Vitruvio
Pollione e dell’IPSSAR, due istituti superiori di Formia.
Questa
rappresentazione teatrale riassume e soprattutto denuncia gli eventi violenti
verificatisi tra il 19 ed il 22 luglio 2001 a Genova, dove si sono riuniti i
capi di stato degli otto paesi più industrializzati al mondo. In quei giorni
migliaia di manifestanti si erano dati appuntamento nella città sotto la spinta
di una convinzione comune, cioè che "un mondo diverso è possibile": quella
che però doveva essere una manifestazione pacifica si trasformava in un vero e proprio massacro da
parte delle forze dell’ordine ai danni dei no-global, che portava anche alla
morte di Carlo Giuliani.
Ma
la tragedia non era finita: il giorno seguente infatti, un episodio increscioso
si verificava anche in una scuola di Genova, la “Diaz”, dove un gruppo di
manifestanti si era ritrovato per passare la notte; intorno alla mezzanotte i
poliziotti avevano fatto irruzione all’interno dell’edificio, ferendo
gravemente molte persone.
Dalla
rievocazione di questi sanguinosi eventi sorge una riflessione fondamentale
sull’assurdità dell’uso della violenza: tale riflessione ha dato vita ad un
dibattito che ha coinvolto gli stessi studenti, i quali sono intervenuti con
diverse domande poste agli attori intorno a questa complessa tematica.